Mario De Micheli

La Natività di Maineri 

 Il Sacro Monte di Varese è oramai luogo consacrato ad una profonda spiritualità religiosa. Lungo la sua strada sono intervenuti molti artisti, da Guttuso a Bodini, per non citare quelli più antichi. Ecco, è anche qui che Angelo Maineri ha realizzato una terracotta nel 1997 alta tre metri. Naturalmente è una immagine devozionale. La vergine Maria è col suo Bambino in braccio, mentre Giuseppe, con la sinistra alzata, cerca di proteggerla. San Giuseppe però al contrario di una tradizione che lo avrebbe voluto vecchio, qui è invece un giovane aitante, capace di difendere la Madre di Dio da ogni pericolo. Nello studio di Maineri ho visto le figure che stava preparando, nessuna però era grande come la Natività di Varese. Inizialmente Maineri aveva concepito l'opera in modo diverso. San Giuseppe stava seduto stringendo il Figlio tra le braccia, mentre in piedi Maria allargava il suo manto sopra l'intera Famiglia. Con questo manto si ricostruiva la grotta della natività. La scultura come oggi la vediamo era stata posata nella piazzetta sopra il Mosè durante il periodo natalizio ed ora viene inaugurata nella nuova e definitiva posizione per la Pasqua del 1999. Maineri può essere felice della nuova sistemazione. Quando lavorava a questa grande opera, la più grande terracotta finora mai realizzata, modellava sempre con la luce, perché l'immagine doveva risultare fulgida ed evidente. Ed è appunto così che il gruppo deve essere guardato, con tutte le pieghe ornamentali intorno alle due figure: si tratta di un'opera che lo scultore ha concepito ed eseguito con felice intuito e con sicura padronanza degli effetti. Un'opera davvero importante ch'egli ha creato con autorità e fiducia, sicuro dei risultati definitivi. Ora, dove è appunto collocata, ha senz'altro uno spazio che le assicura, con evidenza, una sistemazione eccellente.  

Milano, Marzo 1999