Milena Milani: Andare,traversare
L'azzurro è lì sopra, su quei bronzi che
volano. Oppure c’è la neve,
ci sono le nuvole gonfie sulle altezze
inventate da Angelo Maineri,
dove i personaggi confitti stanno di qua e di
là, traversando il mare
esistenziale. Traversare nel senso di guardare,
di incrociare, di
transitare. Valicano gli ostacoli? O sono
bloccati nell'attimo in cui
intendono
procedere più avanti?
Pongo
la domanda a me stessa, non all’artista. Lui, Maineri, non se ne
preoccupa. Plasma e scolpisce la creta, il
bronzo e l'acciaio con
perseveranza e passione. E' un saggio a
proprio agio nel suo studio,
foresta incantata di strutture che attendono
le sue mani capaci di dare
vita alla materia. Angelo Maineri è stato
definito anche romantico.
Termine che si adatta alla sua natura dove la
fantasia, il sentimento e
l'istinto lo conducono alla trascendenza. Uno
scultore, quindi, che dà il
meglio di sè interrogandosi nel profondo,
oltre le mode, oltre gli schemi
precostituiti. Guarda anche gli antichi, come
esempi di forma, e di
contenuti.Non dimentica i classici, i maestri
del passato. Ma trova in sè
stesso il rinnovamento naturale dei corpi
giovani, in cui c’è anche
ordine, c’è perfezione, c’è bellezza. Mi piace
in lui l'aspirazione al volo,
allo staccarsi da terra, e poi la crudele
insistenza a rimanere inchiodati,
immobilizzati, consapevoli del male che ci
ferma, ci lega, mentre
vorremmo evadere, salire, purificarci.
Cortina d’Ampezzo, Novembre 1999