Matteo Maria Rondanelli


Il talento e la forza di gravità

Corpi che dall’acciaio di colonne dal sapore della memoria appaiono.

(angeli?) figure che sono intreccio di corpi.

Bronzi fatti d’aria leggeri al vento.

E sono foglie di verde scuro metallo ossidato che trasmette dolce colore in un giorno d’agosto.

E sono un albero che affacciandosi timido dalla foresta potente ne domina l’anima.

Colonna nel verde: angeli fatti da Angelo Maineri.

Leggera violenza del talento alla forza di gravità.

 

                                      (Torre d’Isola, 2016)



Il chirurgo delle farfalle

Una porta in legno convoglia da strette scale al seminterrato.

Si scende velocemente stretti fra le pareti in equilibrio su taglienti scalini scheggiati.

Poi una volta, una feritoia ed una parete a vetri.

Apertola esplode l’orizzonte: una immensa stanza, calda, dolce, accogliente ti avvolge.

È lo studio di Angelo Maineri.

Decine di modelli in gesso, che sono opere, marmi, bronzi, basi in legno e mobili dell’Ottocento.

Una selva di corpi.

Di frammenti.

Di asportazioni.

 Di campi operatori aperti.

E non sono corpi e non vi è sangue e non odori di carne.

Ma pensieri modellati nella cute.

Ditate che partono violente e terminano con la carezza di un occhio che guarda.

Le suture non sono visibili.

 Sono nell’animo di chi vedendo sente.

Ed il piacere è grande. E vi è armonia.

E anche se tutto nasce rotto, greve, statico, il tocco di Angelo crea piume, ali e vento.

Come farfalla tra i sassi la sua arte è delicata.

Ti avvolge.

Tu stai meglio.

E mentre respiri il giardino di sempreverdi che apre sul retro

Sei vivo.

Sei guarito. 

                                              ( Pavia, Dicembre, 2012)


Idea veloce

(Un futuro al contrario)

 

Aggressioni di rossi bolidi che emergono dal metallo.

Fondi a specchio, fondi rossi, gialli, fondi d’acciaio. Metallo bianco.

E suggerito rumore, intuita velocità nel gioco cinetico di riflesso e torsione perpetua.

Quadro al muro che è barriera alla tridimensionalità delle sculture d’automobile

che ne emergono.

Quadro che è la barriera della nostra memoria,

da cui riaffiorano veloci ricordi di giochi lontani, dai metallici, dinamici rumori rombanti.

Urla di bambini felici che vedono scorrere davanti agli occhi

i miti potenti della loro voglia di divenire uomini.

Pensiero veloce, intuizione di un attimo, dalle città veloci di un passato a noi caro.

 

                                              (Torre d’Isola,2010)


Emersioni

Lenta acqua di lago. Superficie che ripete a specchio i galleggiamenti. Lucido sole obliquo che confonde gli occhi e porta a sagome di fantasia

Effetti ottici di movimenti statici. Corpi fermi ma idea veloce di cinetismi deformanti, con lontane misteriose provenienze che si suggeriscono dalla superficie piatta di questo metallo che Maineri lavora e che sembra un pezzo d’alba sul lago, rubata all’acqua.